Che fine ha fatto il dominio .book?
Nel 2014 è stata indetta un'asta per l'assegnazione del dominio .book vinta poi da Amazon: che fine ha fatto quel dominio e perché non è registrabile?
Per i miei progetti dallo scorso anno ho aperto diversi nuovi piccoli siti dedicati e c’è una roba che non riuscivo a capire: con tutti i gTLD (Generic Top-Level Domain, i “nuovi” domini generici anche davvero assurdi, come .pizza o .bible o .catholic) che sono stati creati negli ultimi anni, perché diavolo non posso registrare un dominio .book che mi servirebbe tantissimo visto quello che faccio?
E non sono certo l’unico: qualunque autore o editore che vuole mettere online un sito dedicato ad un libro è interessato a quel dominio, mi pare ovvio.
Lo ripeto: la lista del gTLD è ridicolmente lunga e assurda, ci sono domini per ogni cagata possibile ormai, ma .book non è registrabile anche se mi pare un dominio molto interessante e potenzialmente molto importante per tante aziende e privati.
Che è successo? Alla fine del 2014 è stata indetta dall’ICANN (Internet Corporation for Assigned Names and Numbers, l’entita che gestisce i domini internet) un’asta per la gestione del gTLD .book a cui hanno partecipato diverse aziende anche molto importanti, come Google e Amazon. In palio c’era la possibilità di gestire e rivendere questo tipo di dominio, attività potenzialmente molto redditizia come potete ben capire.
Ma qui non si parla di un generico .cloud o .red o .rocks (esistono davvero, sì) ma di un dominio legato ad un’intera industria, quella dell’editoria, per cui, come raccontato allora da Publishers Weekly, interviene la AAP (Association of American Publishers) richiedendo che il vincitore debba poi rendere pubblico il dominio, senza limitazioni.. anche spaventata da una delle application arrivata all’ICANN, quella di Amazon che riportava:
“all domains in the .book registry will remain the property of Amazon”
e
“there will be no resellers in .book and there will be no market in .book domains.”
E indovinate chi ha poi vinto l’asta per (soli!) dieci milioni di dollari? Proprio Amazon.
E che ne è stato di quel dominio da allora? Sparito. Riservato all’azienda di Bezos che in nove anni non l’ha usato per nessun progetto e tanto meno lo ha reso registrabile come avrebbe voluto la AAP e come sarebbe stato giusto fare.
E non è certo l’unico gTLD che Amazon si è comprata per se e che non è più registrabile da altri: esiste il dominio .amazon (LOL) o il dominio .fire (dedicato a quanto pare alla promozione dell’omonima linea di tablet di Amazon) che posso anche capire, ma sono decine i domini di cui Amazon si è appropriata e che non rende registrabili: .kindle, .imdb, .aws, .you, .wow, .tunes, .talk, .spot, .song, .smile, .silk, .secure, .save, .safe, .room, .read, .prime, .pin, .pay, .now, .like, .joy, .hot, .free, .fast, .deal, .coupon, .circle, .call, .buy, .bot, .audible
Dieci milioni sembravano tanti nel 2014, ma dopo nove anni, guardando a quanto è cambiato il mercato dei domini e l’uso stesso di internet, è stato un vero affare, come ha profetizzato allora il Guardian:
Amazon recently purchased the .book domain name for a huge sum – but as web addresses move from function to description, that could turn out to be a bargain.
E quindi? Che possiamo fare ora? Niente. Possiamo preregistrare il nostro dominio .book in una infinità di siti che promettono di registrare poi per noi quel dominio non appena sarà possibile farlo (che barzelletta, non regalate soldi a sta gente per cortesia!) e nient’altro.
Quel dominio è di Amazon per sempre. Complimenti all’ICANN per come ha gestito questa cosa, una vera assurdità e una delle tante storie incredibili di Internet.
Forse un giorno Amazon deciderà di rendere registrabili nomi con quel dominio, magari legandolo a qualche suo nuovo servizio di self publishing o roba simile.. ma sono già passati nove anni, quindi non state a pensarci.
È il 2023 e possiamo registrare un nome con dominio .diet, ma non un .book
That’s all folks!
List of Internet top-level domains (wikipedia.org)
.book gTLD su ICANNWiki (icannwiki.org)
Amazon.book and the New Top-Level Domain Names (publishersweekly.com)
What’s in a name? Why readers shouldn’t underestimate the impact of internet domains (theguardian.com)
Te lo volevo consigliare già per il post di Linus ma ora che nomini ICANN non posso evitare di indicarti il libro che sto leggendo: “Internet fatta a pezzi. Sovranità digitale, nazionalismi e big tech. Di Vittorio Bertola e Stefano Quintarelli”.