La sceneggiata è finita
Lo sciopero degli sceneggiatori è finito dopo cinque mesi, ora che succede?
L’accordo vero e proprio raggiunto tra la Writers Guild of America e i grandi studios non è stato ancora reso noto, ma si sa che si sono ottenuti aumenti della paga minima, generiche garanzie sulla fase di scrittura (che non significa niente) e percentuali più alte dei diritti d’autore per le opere destinate allo streaming.
Molti sceneggiatori si sono visti non rinnovare il loro contratto una volta scaduto l’annuale precedente. Non ci sono stati veri licenziamenti per non incappare in bad press durante lo sciopero, ma alla prima scadenza tanti sono rimasti a casa.
I contratti per uno sceneggiatore di medio calibro per le grandi piattaforme variano tra i 3 e i 5 milioni all’anno.
Le grandi piattaforme hanno approfittato del momento per non rinnovare questi contratti, calando drasticamente la quantità di show prodotti all’anno da circa 600 a 400.
Verranno prodotti meno show, ma con budget più alti e più scrittori coinvolti (il numero minimo di sceneggiatori in ogni produzione era uno degli obbiettivi dello sciopero)
Il problema lo avranno ora in questo scenario proprio quegli sceneggiatori “medi”, quelli con una buona carriera alle spalle, ma non nella fascia altissima del mercato. Quelli appunto con contratti tra i 3 e i 5 milioni l’anno: gli studi preferiranno continuare a pagare decine o centinaia di milioni per i top talent che si occuperanno delle serie ad alto budget, affiancati da un sacco di junior presi più che altro per accontentare il numero minimo di staff richiesto durante lo sciopero.
Questo potrebbe in ottica futura essere anche positivo: magari tra quei tanti junior verrà fuori qualche altro top talent dopo aver lavorato con gente come Shonda Rhimes o Taylor Sheridan… ecco magari con Taylor no, che il massimo che accetterà da questi junior sarà farsi fare il caffè 😂
Il problema principale del settore, cioè sceneggiature rimaneggiate duemila volte da producer il cui unico compito è rompere il cazzo e accontentare c-level idioti, non pare essere stato risolto dallo sciopero. Era comunque una missione impossibile. Solo gente come Sheridan può permettersi di mandarli affanculo e far uscire prodotti sensati e non ennesime vie di mezzo in cui la principale preoccupazione è non scontentare nessuno.
Un effetto collaterale probabile sarà il ritorno di moltissimi sceneggiatori al cinema: vedremo forse un rifiorire di progetti interessanti anche a basso budget, dove però gli sceneggiatori potranno imporre i propri paletti come essere anche producer e avere quote consistenti degli incassi. O anche no: il cinema distribuito in sala sta progressivamente morendo e sono le piattaforme streaming le più attive anche in quel settore.
I film “da sala” sono ancora saldamente in mano ai grandi nomi e non è certo un settore interessante per gli sceneggiatori in erba.
Chissà che molte delle idee nate negli scorsi mesi e pensate per una serie non possa diventare un bel film. O anche no.
Netflix, da tenere come riferimento, passerà da 80/90 film prodotti all’anno a 50 film, più o meno uno a settimana.
Nel medio/lungo periodo vedremo nascere un sacco di nuovi studi indipendenti che cercheranno di produrre contenuti da vendere al migliore offerente tra le tante piattaforme, per uscire dallo “studio system” attuale. Questa è sicuramente una buona notizia per gli sceneggiatori in generale, un sistema che premi il merito e i buoni contenuti e non cerchi solo di garantire posti di lavoro a prescindere come se stessimo parlando di operai in fabbrica.
Meno produzioni nei grandi studi e meno posti “sicuri” porteranno a molto più tempo libero e “fame” di lavoro, che storicamente sono sempre state condizioni ideali per la nascita di buone idee originali nel mondo della scrittura.
Insomma questo sciopero ha convinto definitivamente le grandi produzioni a produrre meno e a puntare su prodotti di qualità, processo che era già timidamente in atto da diverso tempo e che è stato ora velocizzato.
Non è una buona notizia in termini di soldi e numero di occupati per gli sceneggiatori, ma lo è senz’altro per gli spettatori.
Come dici tu, speriamo in una maggior qualità dei prodotti, meno ma fatto meglio. Fa “ridere” il fatto che lo sciopero sarà un contraccolpo per molte persone che hanno manifestato in questi mesi, vedremo come si evolverano le cose.