L’affitto breve ha rotto il cazzo
Sembrava una buona idea, ma ha generato una crisi globale degli alloggi.
AirBnB gestisce oltre sei milioni di case e appartamenti in centomila città del mondo. È la più grande piattaforma di affitti a breve termine, ma ne esistono molte altre, da VRBO a Booking.com, che offrono lo stesso servizio: la possibilità di affittare la propria casa a un altro privato per un periodo di qualche giorno, senza nessun contratto a lungo termine.
Quello che è stato visto per qualche anno come un buon investimento per chi ha una seconda casa o un’opportunità di risparmio per chi non può permettersi un hotel è ora diventato un serio problema globale.
Si è cominciato a comprare case apposta per poi affittarle sulla piattaforma, a prezzi che spesso eguagliano e superano quelli degli alberghi. Chi affittava un appartamento nella maniera classica (per anni, non per giorni) ha presto capito che quel metodo gli consentiva guadagni più alti e meno problemi.
L’affitto a brevissimo termine poi è un problema per i quartieri, che si riempiono di turisti in aree residenziali non pensate per quell’uso, con conseguenze sulla sicurezza e il benessere dei residenti.
Il risultato? È in corso una crisi globale degli alloggi. Gli affitti sono aumentati esponenzialmente ovunque, e le proposte per chi vuole vivere in una casa e non solo starci due giorni in vacanza sono sempre meno e prezzi sempre più alti.
È un problema gigantesco di cui si parla poco. Ora New York sembra poter diventare un faro per le altre città del mondo, imponendo una nuova legge dedicata a questo problema: la Local Law 18.
Secondo questa nuova legge in vigore dallo scorso 5 settembre, chi vuole affittare la propria casa ad altri privati per una permanenza breve deve:
- Registrarsi in un apposito registro cittadino
- Abitare nella stessa casa che affitta (determinante questo punto, niente più seconde o terze, quarte case vuote date in affitto in questo modo)
- Ospitare non più di due persone
- Dare accesso a tutta la casa a queste persone, non a solo una parte della stessa
Per chi conosce il couchsurfing in pratica New York ha bannato il modello imposto da AirBnB e simili per consentire solo quello più sano e con meno conseguenze negative di affittare un divano o una camera da letto della propria casa a chi vuole spendere poco.
Ne ha parlato oggi il Guardian augurandosi che questo modello venga replicato da altre città del mondo, Londra in primis, dove i problemi suddetti sono ugualmente molto sentiti.
E speriamo si faccia lo stesso anche nelle nostre grandi città.
Mmmmh. Ok, è un problema. Ma lo è per i prezzi, per quanto il modello imposto da New York possa sembrare corretto, questa cosa di dover affittare il proprio locale principale in cui si abita, non la vedo di buon occhio. A me per esempio, piace avere a disposizione un appartamento senza altre persone che lo condividano, piuttosto che una classica camera d'albergo. Se i prezzi attualmente sono alti e sta diventando un problema, prima o poi questo fenomeno si fermerà, no? E' lecito pensare che questo prima o poi farà scattare una concorrenza volta al ribasso degli stessi?
Ma il problema come fa notare Antonio, non è tanto che non ci possiamo permettere di viaggiare, quanto che tra poco non potremo permetterci di prendere o affittare casa in determinati posti del mondo! O forse è già così!!