Le spiagge italiane sono di proprietà del Demanio di Stato che dal 1942 le affida in gestione a privati. Fino al 1952 erano i comuni che le assegnavano a loro decisione a chi “offriva le maggiori garanzie di proficua utilizzazione del bene".
Nel 1952 è stata introdotto un “un obbligo di pubblicazione all’albo comunale delle domande di assegnazione”, ma difficilmente le concessioni cambiavano gestore.
Dal 1993 le concessioni marittime durano sei anni e sono rinnovate automaticamente di altri sei anni con semplice richiesta del concessionario.
Quindi dal 1942 chi ha in gestione una spiaggia, se non è matto o si scorda di richiederne il rinnovo, ce l’ha in gestione per sempre.
Il costo è stato per anni di 1,28€ al metro quadro all’anno. Nel 2021 è stato aumentato a 2,14€ e il canone minimo annuo è stato portato a 2500€ (prima era 363€)
Il costo medio di locazione in Italia è 5.180 euro, ma più della metà delle concessioni prevede una cifra inferiore a 2.000 euro (la mediana è 1.720 euro).
Moltissimi stabilimenti non sono più gestiti da chi ha vinto la gara magari decine di anni fa, e vengono ora gestiti tramite l’uso di contratti per l’affidamento a terzi delle imprese balneari.
Quindi quanto costa gestire uno stabilimento? Dipende: se sei uno dei fortunati che ha vinto una gara magari 50 anni fa, molto poco: 2/3000€ all’anno in base a quanto è grande la spiaggia concessa.
Ma se invece sei un giovane che vuole provarci, ti tocca trattare con chi ha la licenza da anni, che la subaffitta a cifre enormi.
Il bagno in cui vado io in Romagna paga 80.000€ a stagione per esempio. Altri bagni più blasonati arrivano a 200.000€ e oltre.
Come possa essere legale pagare 5000€ di licenza allo stato e riaffittare a 100.000€ è per me incomprensibile.
A fine anno pare che finalmente la festa finirà e che tutte le concessioni dovranno essere ritirate e riassegnate con nuove gare, con una durata definita e senza rinnovo automatico.
Non è ancora per niente chiaro come faranno a valutare ogni singola concessione visto che ogni stabilimento è diverso e non lo si può valutare solo in base all’estensione della spiaggia, se sarà ancora possibile cederne la gestione a terzi sotto pagamento di canone e quanto dureranno le nuove concessioni senza il rinnovo automatico.
Io stesso sono figlio di ex bagnìni che ci hanno provato per anni pagando cifre altissime di affitto, ed erano gli anni novanta.
È un argomento tabù in Romagna perché tocca gli interessi di tantissimi che si sono arricchiti per decenni. È una vergogna tutta italiana che forse risolveremo solo grazie ad una direttiva europea che facciamo finta di non vedere dal 2006.
Sono passati 17 anni.
Con la squadra di disabili cerebrali che c'è ora al governo continueranno a far finta di nulla. Tanto le sanzioni le paghiamo noi che gli frega.
La spiaggia è un bene di tutti qualsiasi legge dovrebbe partire da questo presupposto.
Era ora. Sono decenni che i "proprietari" di stabilimenti balneari, guadagnano offrendo praticamente nulla. Nel 2023 è inaccettabile che il lido sia un ombrellone, un bar, e due servizi igienici pagati a peso d'oro (quest'anno dalle mie parti, Salerno e provincia, non meno di 25 euro al giorno, più parcheggio) quando ci sono magari giovani con idee imprenditoriali nuove e più attente ai servizi ed al costo.